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RSPP esterno: chi è e di cosa si occupa?

Di cosa si occupa il RSPP
IN QUESTO ARTICOLO:

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RSPP esterno: quali sono i requisiti e i compiti di un RSPP? Quando è possibile nominare un consulente esterno?

La Normativa sulla sicurezza sul lavoro presuppone la presenza di numerose figure che, unitamente, si occupano di individuare e prevenire i rischi presenti o potenziali in azienda. Tra le più rilevanti c’è l’RSPP – Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: approfondiamo questa figura e le sue mansioni.

 

Chi è l’RSPP?

Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (spesso abbreviato in RSPP) è una figura professionale di grande rilievo all’interno dell’azienda, nominata dal Datore di Lavoro e obbligatoria in tutti i casi in cui sia presente anche un solo dipendente.

Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione svolge un ruolo cardine all’interno dell’azienda, in quanto risponde direttamente al Datore di Lavoro (come deve risultare anche dall’organigramma aziendale della sicurezza) e supporta lo stesso, in qualità di Esperto sulla salute e sicurezza dei luoghi di lavoro, nella definizione di un corretto sistema di gestione della sicurezza aziendale. Spesso nelle realtà internazionali prende nome di Safety Manager o HSE Manager.

Il Datore di Lavoro ha 3 opportunità per nominare il proprio RSPP:

  1. Ricoprire direttamente il ruolo di RSPP aziendale a seguito dell’effettuazione di un corso di formazione come RSPP/Datore di Lavoro la cui durata varia da 16 a 48 ore (a seconda del livello di rischio aziendale). La funzione di RSPP può essere esercitata dal datore di lavoro se si tratta di aziende:
    • artigiane o industriali, con un massimo di 30 lavoratori
    • agricole o zootecniche, che occupano fino a 10 dipendenti
    • ittiche, con un limite di 20 lavoratori
    • altri settori, fino a 200 dipendenti
  2. Individuare una risorsa all’interno del proprio staff con adeguata formazione e competenze tecniche e fargli seguire i corsi per l’abilitazione a RSPP. Nello specifico sono necessari tre moduli: Modulo A (della durata di 28 ore) Modulo B (della durata minima di 48 a cui si deve aggiungere un modulo di specializzazione variabile tra 12 e 16 ore per alcuni settori Ateco) e infine il Modulo C (della durata di 24 ore)
  3. Affidare il compito di RSPP a un consulente (RSPP esterno) che abbia adeguata competenza pregressa e requisiti formativi secondo quanto indicato al precedente punto.

In aggiunta a quanto sopra per ognuna delle figure sopraindicate è obbligatoria l’effettuazione dei corsi di aggiornamento con cadenza quinquennale la cui durata è variabile tra le 6 e le 40 ore.

La durata e periodicità dei corsi sopraindicati è definita dall’Accordo Stato Regioni del 7 luglio 2016.

Quali competenze deve avere l’RSPP?

In aggiunta a requisiti formativi già indicati nel precedente punto, l’art. 32 comma 1 del TUS specifica che “le capacità ed i requisiti professionali dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione …. devono essere adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative”. Da questo si evince che il Datore di Lavoro deve attentamente valutare le competenze del RSPP sulla base del CV e delle esperienze pregresse, in relazione alle dimensioni e complessità della propria azienda, onde evitare corresponsabilità relative alla “culpa in eligendo”.

Quando può essere nominato un RSPP esterno?

Il TUS (D.Lgs. 81/08) all’art. 31 c.4 dispone che “Il ricorso a persone o servizi esterni è obbligatorio in assenza di dipendenti che, all’interno dell’azienda ovvero dell’unità produttiva, siano in possesso dei requisiti di cui all’art. 32“.

Al comma 6 dell’art. 31 il TUS esclude inoltre la possibilità di un RSPP esterno specificando l’obbligatorietà di un SPP interno nei seguenti casi:

  1. nelle aziende industriali di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 (relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti)
  2. nelle centrali termoelettriche
  3. negli impianti ed installazioni di cui agli articoli 7, 28 e 33 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 (relativa a radiazioni ionizzanti)
  4. nelle aziende per la fabbricazione ed il deposito separato di esplosivi, polveri e munizioni
  5. nelle aziende industriali con oltre 200 lavoratori
  6. nelle industrie estrattive con oltre 50 lavoratori
  7. nelle strutture di ricovero e cura pubbliche e private con oltre 50 lavoratori

In relazione a quanto sopra, il dibattito circa l’obbligatorietà che il RSPP interno fosse un dipendente dell’azienda o in alternativa potesse essere un professionista in possesso dei requisiti di legge, è stato chiarito con l’interpello n. 24/2014 del Ministero del Lavoro. In merito a ciò il Ministero ha precisato che, il termine “interno” non può intendersi equivalente alla definizione di “dipendente”, ma deve essere riferito ad un lavoratore che assicuri una presenza adeguata allo svolgimento della propria attività”.

In relazione a quanto sopra si evince che il Datore di Lavoro ha sempre la possibilità di individuare una società o professionista come RSPP esterno.

Di cosa si occupa un RSPP?

Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione coordina (ove presenti) le altre figure facenti parte del SPP (addetti al servizio o ASPP), al fine di individuare e valutare i rischi presenti sui luoghi di lavoro ed elaborare misure di prevenzione e protezioni efficaci contro infortuni sul lavoro e malattie professionali.

Nello specifico, secondo quanto indicato dall’art. 33 del TUS, il SPP deve:

  • Individuare i pericoli e valutare i rischi presenti in azienda
  • Collaborare con il Datore di Lavoro per la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi
  • Elaborare misure di sicurezze idonee alla prevenzione di malattie e infortuni sul lavoro
  • Elaborare le procedure di sicurezza per le singole fasi di lavoro
  • Proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori
  • Partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché alla riunione periodica annuale (quando prevista)
  • Fornire ai lavoratori le informazioni sui rischi presenti in azienda

Quali sono i vantaggi di un RSPP esterno?

Come accennato, le aziende possono scegliere di nominare una risorsa interna al team o, in alternativa, optare per un RSPP esterno. Questa seconda ipotesi si rivela particolarmente vantaggiosa per le aziende che non hanno adeguate competenze interne in materia di sicurezza e per tutte quelle di dimensioni significative o che svolgono attività potenzialmente pericolose, in cui il supporto di specialisti nel settore diventa indispensabile. Nella fattispecie, infatti, scegliere un RSPP esterno consente di poter fare affidamento su un professionista che, oltre alle mansioni sopra citate, si occupa di:

  • Mantenere i rapporti con gli Organi di Vigilanza e gli Enti Pubblici
  • Relazionarsi con gli enti assicurativi
  • Interpretare e applicare la normativa vigente (con gli eventuali aggiornamenti)
  • Preparare documenti e materiale per formare e informare il personale sulle norme di sicurezza da seguire all’interno dell’azienda
  • Espletare tutti gli adempimenti burocratici previsti per Legge

Non ultimo consente all’Azienda di trasferire ad un soggetto esterno responsabilità civili e penali che altrimenti rimarrebbero interne alla stessa.

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